CONTROLLER PER SINTO TV ANALOGICHE

IL TUTORIAL DEI SINTONIZZATORI TELEVISIVI LO TROVI IN QUESTA PAGINA

Progetto pubblicato sulla rivista Fare Elettronica  

 

IL PROGETTO

 

Nei moderni sintonizzatori televisivi, sempre più frequentemente trovano largo uso integrati specifici che controllano i VFO del gruppo RF completi di prescaler e interfaccia I2C o semplicemente dotati di seriale sincrona. Vediamo come controllarne alcuni con un PIC 16F648A e un LCD.

 

Chi ama rovistare tra gli ecocentro e smontare TV ormai defunte, avrà sicuramente tra le mani uno o più gruppi RF completi del proprio controller di tipo TSA5511 di produzione Philips equivalente al SDA3302 della Siemens, oppure il MC44802 della Motorola e, nel caso vi capiti tra le mani un televisore o videoregistratore “made in japan”, potete recuperare l’ottimo TD6258P della Toshiba equivalente al M54937 di casa Mitsubishi. Questi integrati sono dei sintetizzatori di frequenza e controllano la frequenza di un VFO rendendola stabile attraverso la tecnica del PLL. Quello che segue non è semplicemente un articolo di presentazione di un dispositivo in grado di controllare la maggior parte dei sintetizzatori, ma un vademecum di uso pratico dei maggiori gruppi reperibili dal smontaggio di TV e videoregistratori. Di ogni gruppo che sono riuscito a mettere le mani vi propongo le caratteristiche principali, lo schema di collegamento e i dati necessari al suo utilizzo in abbinamento al controller presentato più avanti.

IL PLL

Il PLL (Phase Locked Loop) serve a rendere stabile la frequenza di un qualsiasi VCO (Voltage Controlled Oscillator ovvero oscillatore controllato in tensione) con le caratteristiche di un oscillatore quarzato. Il compito di un PLL risulta essenzialmente quello di confrontare due frequenze in ingresso, di cui una di riferimento e modificare la tensione in uscita per centrare la frequenza generata dal VCO collegato.

(figura 1)

Come visibile dallo schema a blocchi di un sistema PLL, tale componente ha bisogno di una serie di blocchi che svolgono le funzioni essenziali per rendere pratico il sistema, vediamo in dettaglio di che si tratta.

Partiamo inanzi tutto dalla frequenza di riferimento che per ragioni di stabilità è essenziale sia di origine quarzata. Segue il divisore di frequenza, blocco non essenziale se si dispone di un quarzo che oscilla all'esatta frequenza di riferimento. Generalmente il riferimento richiesto è un valore di frequenza relativamente basso, in particolare se il progetto del PLL richiede una frequenza variabile, il riferimento determina la distanza minima impostabile tra due frequenze (step).

Il secondo blocco riguarda il divisore programmabile, il cui compito è quello di ridurre la frequenza del VCO allo stesso valore della frequenza di riferimento per essere comparata dal PLL. In questo caso, per frequenze del VCO che superano quelle operative degli integrati che formano il divisore, è necessario interporre tra il VCO e il divisore un prescaler.

In generale come PLL viene usato un integrato progettato allo scopo, il CMOS 4046, sostituibile con la versione TTL 74HCT4046, molto più veloce, circa 60 MHz contro la versione CMOS che si ferma sui 5-6 MHz nel migliore dei casi.

Per questo motivo la costruzione di un sistema di controllo per un VCO è molto complessa e non alla portata di tutti.

Con l'industrializzazione su larga scala di apparecchiature radio televisive, allo scopo di rendere più economica la produzione, sono stati progettati tutta una serie di integrati molto complessi che racchiudono le funzioni che prima erano svolte da singoli componenti. Fra queste meraviglie di tecnologia, ci sono anche i PLL che con la loro semplicità d’uso semplificano la vita a qualunque progettista. I modelli presi in esame del presente articolo, sono solo alcuni esempi di ciò che si riesce a reperire nel mercato, sicuramente i più diffusi nelle apparecchiature commercializzate in Italia.

TSA5511

È il più diffuso PLL di origine televisiva tra gli hobbisti di elettronica, in particolare tra gli appassionati di alta frequenza perché facilmente reperibile da tutti i modelli di TV della MIVAR.

Il TSA5511 è stato progettato dalla PHILIPS e costruito anche dalla SIEMENS con la sigla SDA3302.

(figura 2)

 

Come potete notare dalla figura 2, all'interno del PLL di casa PHILIPS possiamo trovare tutti blocchi essenziali per la costruzione di un efficiente sistema di controllo per VCO, con la possibilità di variare la frequenza semplicemente interfacciandolo con un microcontrollore.

L'oscillatore con un quarzo esterno da 4 MHz è seguito da un divisore fisso dal rapporto di 1/512 che assieme al prescaler da 1/8, determinano la frequenza di STEP. Il calcolo di tale frequenza è molto semplice:

(FREQUENZA QUARZO /512)*8

dove FREQUENZA QUARZO rappresenta il valore del quarzo applicato tre piedini 2 e 3 del PLL, 512 è il valore del divisore fisso, mentre 8 è quello del prescaler. Con un quarzo da 4 MHz, lo STEP ottenuto è di 62,5 kHz. In apparenza il valore potrà sembrare alquanto strano, non dobbiamo dimenticare che abbiamo tra le mani un componente studiato appositamente per l'impiego televisivo. Esiste però la possibilità di sostituire il quarzo con un modello da 3,2 MHz, ottenendo così uno STEP di 50 kHz, valore pratico per il generico utilizzo del hobbista.

Ho provato a sostituire il quarzo con un risonatore ceramico semplicemente per soddisfare una mia curiosità e il tutto funziona anche se la frequenza del sintonizzatore presentava una leggera differenza da quella impostata, forse va adattato il condensatore posto in serie al quarzo. Non ho approfondito la questione perché i quarzi sono facilmente reperibili sul mercato garantendo in modo economico il risultato migliore.

Ho pure sostituito il quarzo con un modello da 2 MHz per capire se l’oscillatore interno continuava a lavorare nel caso sia necessario uno step più piccolo dei 50 KHz classici. Il TSA5511 lavora perfettamente anche con questa frequenza. 

Una curiosità non descritta nei datasheet, è possibile correggere la frequenza di oscillazione del quarzo variando la capacità in serie al quarzo stesso. Ricordate che l’errore anche minimo della frequenza di riferimento viene moltiplicato per il fattore di divisione del divisore programmabile. Uno scostamento anche piccolo della frequenza di oscillazione del quarzo viene divisa 512 volte rendendo l’errore apparentemente insignificante, quest’ultimo diventa significativo con l’aumento della frequenza da controllare fino ad un massimo di 32.767 * 8 divisioni, cioè 262,136 volte.

Da notare che far lavorare il PLL con una frequenza di riferimento molto bassa, per esempio utilizzando un quarzo da 1,6 MHz, otteniamo sicuramente uno step più piccolo, in questo caso di 25 kHz, ma dobbiamo tener conto che non potremo raggiungere la massima frequenza garantita dal PLL di 1,3 GHz. La formula per calcolare la massima frequenza ottenibile è la seguente:

STEP * DIVISORI PROGRAMMABILI

per DIVISORI PROGRAMMABILI si intende la massima divisione possibile. Quindici bit sono 32.767 divisioni, quindi con uno STEP di 25 kHz otteniamo la frequenza massima controllabile di

819,175 MHz.

Il secondo blocco che prendiamo in esame, è il divisore programmabile. È formato da 15 bit configurabili a piacere per mezzo del comodo sistema di controllo seriale di tipo I2C inventato dalla stessa PHILIPS di cui parleremo più avanti. Dunque la frequenza del VCO applicata al piedino 15 del PLL dopo l'amplificazione e la divisione del prescaler passa attraverso il divisore programmabile, il cui valore viene imposto dal protocollo seriale in particolare dai byte 2 e 3. Impostare una frequenza è molto semplice utilizzando la calcolatrice di Windows. È sufficiente applicare la seguente formula:

FREQUENZA VCO / STEP

dove “FREQUENZA VCO” rappresenta la frequenza che vogliamo ottenere dal VCO stesso, mentre lo “STEP” è quello dipendente del quarzo e calcolato con la formula vista in precedenza. Ottenuto il risultato, cliccare su “BIN” per trasformare il valore ottenuto nel formato binario, i primi otto numeri da destra formano il byte 3, cioè il byte meno significativo, i restanti trovano posto nel byte 2, il più significativo. Facciamo un esempio pratico, immaginiamo di avere la necessità di fare oscillare un VCO sui 97,800 MHz con un quarzo da 3,2 MHz, uno step quindi di 50 kHz. Dal calcolo 97800[KHz] / 50[KHz] otteniamo il valore decimale 1756 e trasformato in binario diventa 11011011100. Nel byte 3 del protocollo di comunicazione trovano posto i primi otto bit di destra, i restanti nel byte 2:

byte 2: 00000110

byte 3: 11011100

NOTA, il bit 7 del byte 2 deve sempre valere 0.

Il TSA5511 contiene un blocco che si occupa del pilotaggio della tensione destinata ai diodi varicap del VCO. Esternamente è sufficiente collegare un transistor per poter innalzare la tensione al di sopra dei 5 Volt di alimentazione del PLL stesso e il filtro passa basso che lascia passare la sola frequenza destinata a generare la tensione di controllo della frequenza del VCO.

Immaginando un'applicazione per uso televisivo dove il campo di frequenza in gioco è talmente elevato da richiedere un sintonizzatore composto da più VCO, l’integrato in esame possiede dei piedini utilizzati con la funzione di controllo digitale. Alcuni di questi piedini, dal pin 6 al 10 compresi, sono di tipo bidirezionale cioè possono diventare ingresso o uscita, mentre i pin 11, 12 e 13 possono essere utilizzati unicamente come uscite. Di solito nei sintonizzatori ne bastano tre o quattro come controllo dei vari VCO, gli altri o non vengono utilizzati o usati come periferiche decentrate del microcontrollore stesso. La loro disponibilità può risultare utile anche al hobbista in quanto possono essere usati per gestire più VCO o altri dispositivi come indicatori a LED. Il loro uso molto è intuitivo, è sufficiente scriverne lo stato degli 8 bit nel byte 5 del protocollo di comunicazione. Il bit 0 corrisponde al pin 13, il bit 1 al pin 12 e di seguito fino ad arrivare al bit 7 che corrisponde al pin 7.

Il protocollo di comunicazione, vedi figura 3a, è composto da 5 byte.

(figura 3a) (figura 3b)

Come accennato all'inizio si tratta di una trasmissione seriale e sincrona di tipo I2C. È utile notare che nel protocollo I2C il microcontrollore funge sempre master e gli altri dispositivi da slave. In pratica è il microcontrollore che interroga i vari componenti del bus, le periferiche collegate come slave possono rispondere solo se interrogate inviando, se richiesto, il byte di stato, altrimenti la conferma nel caso la scrittura sia andata a buon fine (acknowledge).

Vediamo in dettaglio il formato dei registri interni del TSA5511.

Il primo byte è l'indirizzo del dispositivo, di cui una parte è impostato dal costruttore e ne individua il tipo, mentre un'altra può essere configurato dall'utente per evitare conflitti nel caso siano presenti due dispositivi uguali nello stesso BUS. Il bit 0 se posto allo 0 logico indica al PLL la fase di scrittura dei byte che seguono l'indirizzo negli appositi registri del PLL stesso. Tipicamente l'indirizzo assumerà il valore di 0xC2 se non ci sono altri PLL nello stesso bus.

Dei byte 2 e 3, ne abbiamo ampiamente parlato e contengono il valore del divisore programmabile. È importante notare che il bit 7 del byte 2 deve assolutamente contenere uno 0, in questo modo lo slave riconosce il byte numero 2 subito dopo l'indirizzo. Questo si è reso necessario per il riconoscimento di un protocollo ridotto, infatti dopo l'indirizzo è possibile inviare i restanti quattro byte oppure solo i byte 2 e 3 e aggiornare il divisore, o solamente i byte 4 e 5 nel caso sia necessario cambiare lo stato delle uscite. Il nostro controller invia il protocollo completo, nessuno vi impedisce di modificare il programma e rendere più veloce la trasmissione delle informazioni.

Il byte 4 contiene il valore 0x8E che teniamo fisso perché sono i parametri ideali per le nostre esperienze. Può essere utile conoscere comunque il significato di ogni bit. Il CP (CHARGE PUMP CURRENT) parametrizza la corrente che scorre nelle sistema di alimentazione dei diodi varicap. Nel nostro caso il bit di CP è lasciato a 1 permettendo una sintonia più veloce, se posto ad 0, la sintonia garantisce maggior precisione. Il bit T1 se posto a 1, attiva la funzione di test e riguarda le uscite P6 e P7. L’uscita P6 rinvia la frequenza di riferimento del quarzo con la seguente formula

FREQUENZA QUARZO / 512

mentre l’uscita P7 la frequenza del VCO a valle del divisore programmabile.

Il T0 e OS semplicemente attivano il sistema di controllo dei varicap.

Il byte 5 non riserva sorprese, contiene l'immagine delle uscite.

Anche in questo caso è essenziale che il bit 7 del byte 4 sia posto a 1 per il riconoscimento del protocollo ridotto.

Per l’alimentazione sono necessari 5 Volt stabilizzati e l’assorbimento dell’integrato ammonta a circa 36 mA (il datasheet de dichiara 35)

TD6258P

Di questi integrati la Toshiba ne fornisce due modelli, il TD6258 e il TD6259 equivalenti rispettivamente al M54939 e al M54937 della Mitsubishi. Il primo modello è appositamente progettato per oscillare a 3,200 MHz con uno step di 50 KHz e presenta un BUS di controllo composto di soli 19 bit, mentre il secondo è nato per lavorare con un quarzo da 4 MHz con uno step di 62,5 kHz. In questo caso il BUS di controllo è composto da 18 bit, uno in meno del precedente. Ambedue modelli sono garantiti per un funzionamento fino al GHz.

Nota bene, è possibile sostituire il quarzo da 4 MHz con un modello da 3,2 MHz al TD6259 e lavorare con uno step di 50 KHz, con la limitazione della frequenza massima che risulta di

50 * 16383 (2^14-1, divisore programmabile) = 819.150 KHz

ovvero 819,150 MHz. Se la vostra applicazione non supera tale frequenza lo potete usare tranquillamente, ma il controller che vi verrà proposto, per il TD6259, non accetta step diversi da 62,5 KHz.

(figura 4) (figura 5)

Da una prima osservazione dallo schema a blocchi di figura 4 possiamo notare che non c'è molta differenza rispetto al modello della Philips, mentre esistono differenze sostanziali nel protocollo di comunicazione. Innanzitutto i canali (banda) in uscita sono solamente 4, più che sufficienti per la gestione di un sintonizzatore televisivo, mentre alcuni piedini hanno funzioni di test e controllo che nel modello precedente era assunto dal byte 4. La comunicazione con il controllore è di tipo seriale sincrona.

Il protocollo di comunicazione, veramente molto semplice, lo possiamo dividere in due parti, i 4 bit più significativi rappresentano lo stato delle quattro uscite (BAND) in particolare il bit a sinistra controlla l’uscita 4 (pin 14) mentre il penultimo controlla l'uscita 3 (pin 13) il terz’ultimo la 2 (pin 12) e infine il quart’ultimo l'uscita 1 (pin 11). I restanti bit impostano il divisore programmabile del PLL. Le formule sono le stesse viste dal precedente modello dovete solo tener conto che il divisore programmabile è formato da 14 bit per il TD6359 (M54937) e da 15 bit per il TD6358 (M54938). Ciò è dovuto al fatto che con uno step di 62,5 kHz, sono più che sufficienti 14 bit per superare il GHz, mentre con uno step di 50 kHz è necessario un bit in più per garantire lo stesso limite di frequenza verso l'alto.

Vediamo comunque di procedere con un esempio. Ammettiamo di avere a disposizione il TD6359, di dover attivare l'uscita 3, e sintonizzare il VCO sui 144 MHz. La prima operazione da fare è quella di calcolare il divisore programmabile applicando la seguente formula:

FREQ / STEP

sostituendo FREQ con 144.000 KHz e STEP con 62,5 KHz otteniamo 2304, in binario

100100000000, aggiungiamo 2 zeri a sinistra (MSB) per ottenere 14 bit totali ed i 4 bit più significativi che rappresentano lo stato delle uscite ed otteniamo:

0100 00 100100000000

inviandolo al PLL attiviamo l'uscita 3 (pin13) e il VCO verrà sintonizzato sulla frequenza di 144 MHz.

A differenza del TSA5511, nel modello della Toshiba non dobbiamo aspettarci alcuna risposta dal BUS, mentre per capire se il sistema è riuscito ad agganciare la frequenza dobbiamo testare il pin 20 del PLL, il LOCK, una connessione logica “zero” indica che l'aggancio è avvenuto.

Con l’unico scopo di complicarci la vita, questi dispositivi presentano la possibilità di colloquiare in due modalità ben distinte, la prima utilizza il collegamento a 3 fili mentre la seconda due soli fili. Purtroppo è possibile reperire sintonizzatori che possiedono entrambe le versioni di collegamento, quindi si è ben pensato di supportarli entrambi. Procediamo con una breve spiegazione per ciascuno di loro.

(figura 6) (figura 7)

Il sistema a 3 fili ha bisogno del piedino di ENABLE per potere inviare in maniera corretta la stringa di bit al PLL. Dalla figura 6 possiamo notare che si tratta di una semplice seriale sincrona e il dato viene acquisito durante la transizione dall'alto verso il basso del piedino di CLOCK. Affinché l'integrato riconosca questo tipo di trasmissione di pin 5 deve essere collegato al +5V.

Nel secondo sistema il cui protocollo è visibile nella figura 7, il pin 5 deve essere collegato a massa. In questo caso il PLL non ha bisogno del piedino di ENABLE e riconosce la trasmissione unicamente dalla presenza del segnale di CLOCK. Nel fronte di salita viene acquisito lo stato del segnale di DATA (in ogni singolo bit), mentre in quello di discesa viene memorizzato nell’integrato l’intera stringa solo se il segnale di DATA si trova al potenziale positivo.

Si è pensato di implementarli entrambi vista la difficoltà di modificare i collegamenti all'interno dei gruppi TV per la presenza della tecnologia di tipo SMD con cui sono costruiti.

Anche questo integrato necessita di 5 Volt stabilizzati per l’alimentazione con un assorbimento rilevato di 38 mA, molto maggiore di quello dichiarato dal relativo manuale.

 

Il PLL MC44802 della Motorola utilizza grosso modo lo stesso protocollo del modello della Philips, riferisce di alcune funzioni riguardanti i byte di controllo.

Attenzione, la piedinatura non è compatibile.

Avendo bisogno di caricare il PIC del nostro controller con un apposito programma che prevede la programmazione anche del quarto byte, ho preferito concentrare la descrizione del sintonizzatore in mio possesso e il relativo sintetizzatore per ultimi, concedendo uno spazio particolare dovuto alla maggiore flessibilità d'utilizzo di cui dispone.

IL CIRCUITO DI CONTROLLO

(figura 8)

Il circuito che vi presentiamo è il massimo della semplicità, la parte più complicata e difficile da montare, il sintonizzatore, lo troviamo già assemblato e collaudato, dobbiamo solo smontarlo da un televisore o da un videoregistratore guasto.

Il tutto si presenta con un numero di componenti limitato per la presenza del microcontrollore che si occupa di tutte le funzioni necessarie alla gestione del sintonizzatore. Un display da 2 righe per 16 colonne, 4 pulsanti, 2 morsettiere e una manciata di componenti completano il nostro circuito elettrico. Il micro utilizzato, un PIC 16F648, altro non è che un PIC 16F628 con una memoria doppia, necessaria dove la programmazione avviene con un linguaggio ad alto livello, per il semplice fatto che, a differenza dell’assembler, il relativo compilatore non ottimizza in maniera efficiente il codice generato.

Dalla morsettiera a due poli X1 l'alimentazione di 12 Volt arriva al regolatore U2, un 78L05, per essere ridotta e stabilizzata a 5 Volt per la corretta alimentazione di U1 e del display. Il display è collegato al micro nella maniera classica a 4 bit, i 4 piedini di U1 che inviano le informazioni al display vengono usati anche per testare i 4 pulsanti. La seconda morsettiera X2 collega il sinto TV esterno al microcontrollore U1, le resistenze da R1 a R4 garantiscono un collegamento sicuro tra i due dispositivi, mentre R5 e R6 collegate alle +5V sono necessarie per la trasmissione di tipo I2C.

Al fine di semplificare la vita allo sperimentatore, in X2 trovate +5V utili ad alimentare il PLL del sintonizzatore.

E’ stato inserito il ponticello J1 che esclude la retroilluminazione nel caso non sia necessaria o per risparmio energetico nell’uso portatile alimentato a batterie.

Completano il circuito due LED, il primo di colore verde quando è acceso assicura il giusto funzionamento del PLL interno al sinto, il secondo è stato progettato più per la disponibilità di piedini liberi da parte del PIC e ha avuto un significato durante la programmazione, a livello pratico serve poco, volendo può essere omesso dal circuito. Comunque il lampeggio veloce del LED rosso indica il funzionamento normale del controller, se spento indica la fase di programmazione o un pulsante premuto.

Il circuito va alimentato con 12 Volt, stabilizzati se usati anche per alimentare il gruppo TV.

MONTAGGIO

(figura 9) (figura 10)  

Il circuito stampato che vi proponiamo presenta le misure minime indispensabili al contenimento di tutti componenti e nello stesso tempo ottenere il massimo della funzionalità. In appena 82 x 50 mm trovano posto tutti i componenti compresi i pulsanti e la morsettiera per il collegamento al sinto in bella vista.

Visto che il montaggio non è particolarmente complicato, mi limito ad alcuni consigli pratici al fine di evitarvi delusioni. La morsettiera X1 è consigliabile di piccole dimensioni soprattutto in altezza. I condensatori di alimentazione C1 e C2 se non li trovate a basso profilo devono essere coricati di fianco. Il display essendo il componente più costoso, è utile montarlo su connettore con lo scopo di recuperarlo facilmente per altri utilizzi.

Anche il PIC è consigliabile montarlo con lo zoccolo, lo rende facilmente programmabile nel caso di aggiornamento del firmware. Il file da caricare nel PIC è il “648_PLL_Sinto.hex” prelevabile gratuitamente dal sito della rivista.

Il pacchetto comprende il programma scritto in MikroC di Mikroelektronika, adeguatamente commentato.

PROGRAMMAZIONE E USO

La gestione del dispositivo avviene attraverso 4 comodi pulsanti le cui funzioni variano a seconda dello stato in cui si trova il controller. Sono:

 

FUNZIONAMENTO NORMALE

P1: incremento frequenza di uno STEP (50 o 62,5KHz)

P2: decremento frequenza di uno STEP (50 o 62,5KHz)

P3: scelta memoria di lavoro e selezione tipo PLL

P4: programmazione frequenza

 

MENU PROGRAMMAZIONE FREQUENZA

P1: incremento valore selezionato (da P3)

P2: decremento valore selezionato (da P3)

P3: cambio campo

P4: memorizzazione e ritorno

 

MENU MEMORIA E PLL

P1: incremento memoria

P2: decremento memoria

P3: cambio PLL (in loop continuo)

P4: ritorno al funzionamento normale

 

Durante il normale funzionamento, il display visualizza la frequenza di lavoro, lo stato delle uscite nel formato esadecimale, che nel caso del TSA5511 riguarda il quinto byte e nel TD625X i 4 bit più significativi. Nella riga inferiore del LCD notiamo il tipo di PLL, lo step di 50 o 62 KHz nel caso sia selezionato il TSA5511, il tipo di collegamento a 2 (---) o 3 (+EN) fili se lavora il TD6258 o TD6259. I 2 numeri a destra indicano rispettivamente il numero dei tentativi che il controllore effettua verso il PLL (max 5 tentativi) e la memoria selezionata (da 0 a 9).

Riportiamo un esempio di schermata per dare un'idea sulle indicazioni riportate.

MHz0433,30-B0x02

TSA5511 50    2   4

Nel menù di programmazione le indicazioni visualizzate sono le stesse tranne il numero dei tentativi che ovviamente non è necessario indicare. La prima differenza che possiamo notare è il cursore lampeggiante posizionato sulla prima cifra a sinistra della frequenza. Con i pulsanti P1 (INCREMENTA) e P2 (DECREMENTA) è possibile cambiare unicamente la cifra selezionata dal cursore. Premendo il P3 (SET) il cursore si sposta nella cifra immediatamente a destra, per tutte le cifre che formano il valore della frequenza. Continuando a premere P3, il cursore si sposta nelle due cifre in formato esadecimale che formano la banda, ovvero le uscite del PLL. Per ultimo viene selezionata la cifra riguardante la posizione di memoria in cui immagazzinare i dati appena modificati. Continuando a premere P3 scorriamo in un loop continuo tutte le cifre modificabili sul display. Una volta che siamo soddisfatti delle scelte fatte, è sufficiente premere P4 (memorizzazione e ritorno) per salvare i valori nella memoria selezionata, inviare i nuovi dati al PLL e ritornare alla schermata principale.

È importante notare due particolari riguardanti la frequenza e la banda.

Nel primo caso la frequenza riportata riguarda quei modelli di PLL che lavorano con il quarzo da 3,2 MHz cioè con lo step di 50 kHz. Per quanto riguarda i modelli che utilizzano il riferimento a 4 MHz, i due decimali vanno arrotondati tenendo conto della divisione piuttosto strana che risulta di 62,5 kHz. Facciamo un esempio pratico. Impostata una frequenza di 0172,20 MHz, ogni decimale impostato vale 1,6 volte lo step. Nel nostro esempio la parte decimale della frequenza vale 3,2 step (2*1,6 = 3,2), ovviamente al PLL arriva solo la parte intera cioè il 3 che moltiplicato per lo step risulta di 0,1875 MHz. In definitiva sul display impostiamo una frequenza di 0172,20 MHz mentre all'uscita del VCO controllato dal PLL troviamo 172,1875 MHz. La soluzione più corretta è quella di adottare dei sintonizzatori contenenti modelli di PLL già dotati di quarzo di riferimento da 3,2 MHz, mentre per quelli contenenti il TSA5511, consiglio di sostituire il quarzo da 4 MHz con uno da 3,2 MHz.

Altra considerazione da fare riguarda la banda, nel caso del TSA5511 tutti e due i nible vengono usati essendo il dispositivo in grado di controllare otto uscite, mentre per quanto riguarda di altri modelli di PLL, va considerato solo il nible più a destra (LSD).

Durante il normale funzionamento se viene premuto il pulsante P3 si accede alla fase di scelta del dispositivo (PLL) e alla selezione della memoria da porre in lavoro. La schermata si presenta in questo modo

MHz0433,30 - B0x02

TSA5511 50 MEM:4

molto simile alle precedenti in cui l'unica differenza sta nella presenza della scritta “MEM:”. Anche in questo caso premendo P1 o P2 è possibile scegliere la memoria di lavoro (da 0 a 9) la cui frequenza viene istantaneamente visualizzata nella riga superiore, mentre premendo P3 si cambia il tipo di PLL da controllare. Ad ogni pressione di P3 un nuovo modello sostituisce il precedente in un loop continuo con il seguente ordine:

TSA5511 62   (= step di 62,5 KHz)

TSA5511 50   (= step di 50 KHz)

TD6358 +EN  (= con enable, step 50 KHz)

TD6358 ---  (= senza enable , step 50 KHz)

TD6359 +EN  (= con enable, step 62,5 KHz)

TD6359 ---  (= senza enable , step 62,5 KHz)

ricordando che quanto vale per i modelli citati vale pure per i modelli equivalenti (vedi sezione dedicata).

Terminiamo con il pulsante P4, se premuto invia i nuovi valori al PLL e ritorno alla schermata principale.

All’accensione dell’apparecchio, viene richiamata la memoria e le relative informazioni, presenti allo spegnimento.

Durante il funzionamento normale è possibile ottenere piccole variazioni di frequenza con step di 50 kHz attraverso la pressione dei pulsanti P1 e P2, rispettivamente per incrementare e decrementare la frequenza in lavoro. Questa variazione non va in alcun modo ad agire sulla memoria, se avete la necessità di salvarla dovete procedere alla programmazione. Difatti accedendo al menu di programmazione vi ritrovate visualizzata la stessa frequenza di lavoro e non quella presente in memoria. Premendo P4 quest'ultima va a sostituire quella presente nella posizione di memoria indicata.

Anche in questo caso se lavorate con dispositivi il cui step è di 62,5 kHz, la variazione indicata dai decimali viene aggiornata con le considerazioni fatte precedentemente.

 

IL TUTORIAL DEI SINTONIZZATORI TELEVISIVI LO TROVI IN QUESTA PAGINA


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