RADIOCOMANDO 8 CANALI: I TRASMETTITORI
Progetto pubblicato sulla rivista Fare Elettronica |
IL PROGETTO |
Di radiocomandi ne sono stati presentati molti nelle pagine delle varie riviste del settore, ma ben pochi presentano le caratteristiche di semplicità e praticità del progetto che stiamo presentando.
Dovendo sostituire il radiocomando di una macchina industriale, macchinario ormai fuori produzione da tempo e la ditta costruttrice fallita, si è resa necessaria una ricerca di mercato per tentare di sostituire il radiocomando ormai andato definitivamente. Con mia sorpresa mi sono accorto che prodotti industriali in grado di gestire otto o più canali ne esistono ben pochi. I modelli disponibili sono destinati al comando di gru o simili macchinari utilizzati in campo edile. Oltretutto essendo destinati ad un mercato limitato e con caratteristiche di sicurezza molto elevate, hanno un costo decisamente proibitivo. È nata quindi la necessità di costruire qualcosa in casa per poter risolvere in maniera economica e definitiva il problema sorto.
I TRASMETTITORI |
Scartata l'idea di utilizzare i classici integrati encoder e decoder dedicati all'utilizzo in questione, la soluzione più semplice ed economica resta quella del microcontrollore. L'idea di partenza relativa ad un progetto destinato a risolvere un determinato compito e morire con esso non mi era molto simpatica. È per questo che in fase di stesura del progetto, con la semplice aggiunta di un blocchetto di microinterruttori del modello usato dai radiocomandi classici e di un partitore resistivo recuperabile gratuitamente in qualsiasi matherboard o scheda video da buttare, è nato un progetto che può trovare un'infinità di applicazioni pratiche.
Di trasmettitori ve ne presento due modelli molto differenti tra loro ma con le stesse funzioni. Il primo modello, nonostante lo schema elettrico sia di una semplicità unica, richiede un maggiore impegno nella costruzione del contenitore dal punto di vista meccanico, pur essendo il più pratico da usare. Nel secondo sfruttiamo un contenitore commerciale della TEKO, il modello 10120/2 e uno schema elettrico appena più complicato che utilizza solo due pulsanti e un ponticello per la programmazione dellindirizzo. Anche lestetica ci guadagna, sembra un prodotto acquistato in negozio. Unica pecca lutilizzo diventa più machiavellico. Per attivare un canale, prima bisogna prima selezionarlo con uno dei due pulsanti e quindi intervenire sullaltro per inviare la stringa di comando al ricevitore. Lultimo canale selezionato resta comunque in memoria e richiamato alla pressione del pulsante di trasmissione, nel caso sia necessario cambiare canale la prassi resta comunque macchinosa. Probabilmente la mia opinione sarà sovvertita dal popolo di smanettoni di SMS che vivono in simbiosi con il loro cellulare e magari la seconda versione verrà apprezzata di più. Ve li presento entrambi, a voi la scelta.
SCHEMA ELETTRICO Tx 1 |
|
Iniziamo dalla descrizione del primo trasmettitore.
Per il modello costruito come sostituzione di quello guasto ho utilizzato dei componenti che avrebbero garantito un'alta affidabilità del dispositivo e una certa velocità nella realizzazione pratica del trasmettitore. Mi riferisco all'utilizzo di una tastiera a membrana di tipo autoadesivo, componente molto pratico da utilizzare, esteticamente presentabile, ma decisamente costoso. Dopo aver avviato la macchina, che il capo reparto reclamava con urgenza tutti i giorni, ho deciso di riprogettare il trasmettitore utilizzando questa volta componenti molto semplici da reperire in commercio e dal costo abbordabile da qualunque hobbista. L'unico problema è una leggera complessità circuitale e un maggiore impegno nella foratura del contenitore. Non allarmatevi, la pulsanteria è l'unica parte complicata dell'intero progetto. Se date un'occhiata allo schema elettrico di figura 1, vi accorgerete che è di una banalità unica. Difatti la parte più delicata, ovvero la sezione che si occupa di inviare il segnale modulato nell'etere, è demandata ad un modulino molto economico. Con quattro saldature e uno spezzone di filo che funge da antenna abbiamo risolto il problema RF. Il modulino in questione viene prodotto sia dalla Telecontrolli (modello RT5) che dalla Aurel (modelloTX-4MSIL) tra loro compatibili.
La parte importante del dispositivo è implementata da un PIC16F676, un microcontrollore molto conosciuto dai lettori. Il micro adottato può essere sostituito dal modello PIC16F630, identico al PIC16F676 tranne per la mancanza del convertitore ADC, comunque non usato nel progetto. Ho utilizzato il modello completo unicamente per la più facile reperibilità nel mercato. Del resto quasi tutte le periferiche contenute del micro non sono utilizzate.
Praticamente il PIC svolge tutte le funzioni richieste ad un trasmettitore per radiocomando. Testa i pulsanti e se ne trova uno premuto avvia un procedimento di preparazione del pacchetto da trasmettere e lo invia al modulo trasmettitore. Non solo, quando richiesto, acquisisce un nuovo codice a 16 bit che diventa l'indirizzo del trasmettitore. Sfruttando l'area di memoria di tipo EEPROM, salva questo codice in modo stabile, così anche il cambio batteria non lo può cancellare.
Trattandosi di un dispositivo alimentato a batteria, diventa di primaria importanza minimizzare il più possibile il consumo di energia. A tal fine viene utilizzata una funzione presente in tutti i micro della Microchip ovvero l'istruzione SLEEP. Quando il PIC incontra quest'istruzione, disattiva l'oscillatore e si pone in basso consumo. L'assorbimento di energia del micro in SLEEP è talmente basso da non riuscire a misurarlo con un comune tester. Ovviamente per poter leggere la tastiera nella situazione di Power-down, è necessario posizionare i tre piedini 8, 9 e 10, che nella matrice formano le righe dei pulsanti, a livello logico alto. Attivando linterrupt associato al cambio di fronte sulla PORTA A, possiamo risvegliare il PIC in qualsiasi momento premendo qualsiasi pulsante. Quando si usa la funzione SLEEP, è importante ricordarsi di parametrizzare come ingresso i piedini del PIC non usati e collegarli al positivo o a massa. Se non usate questo accorgimento, vi ritroverete con il micro che assorbe una corrente variabile nel tempo, anche se di pochi microamper.
L'alimentazione è garantita da tre pile formato mini stilo che assicurano una lunghissima autonomia (diversi anni) con un utilizzo normale.
Il protocollo adottato è composto da 42 bit trasmessi seguendo il seguente andamento temporale:
1 bit start
1 bit repeat
16 bit indirizzo
8 bit canale (pulsante 1 = OUT 1 = bit 0; ...; pulsante 8 = OUT 8 = bit 7)
8 bit codice variabile
8 bit indice codice variabile
vediamo in dettaglio ogni singola voce del protocollo.
Il bit di start serve unicamente ad indicare al ricevitore che un pacchetto sta per essere inviato.
Il secondo bit, quello di repeat, è a 0 quando viene inviato il pacchetto per la prima volta, nelle successive questo bit viene posto a 1. Si intende invio continuo e ripetuto dei pacchetti quando viene mantenuto premuto lo stesso pulsante. Nel progetto tale funzione non viene utilizzata, è stata implementata unicamente per il comando in sicurezza nell'ambiente industriale.
I 16 bit dell'indirizzo sono personalizzabili attraverso una procedura molto semplice che vedremo più avanti con l'unico utilizzo dei pulsanti del trasmettitore. Sono salvati direttamente nella EEPROM del PIC e memorizzati nel ricevitore in fase di acquisizione.
8 bit contengono lo stato dei pulsanti del trasmettitore. Ad ogni bit è assegnato un pulsante, il bit 0 corrisponde al pulsante 1, il bit 1 al pulsante 2 e così via. Nel ricevitore le otto uscite sono assegnate agli 8 pulsante del trasmettitore con la stessa numerazione.
Gli 8 bit del codice variabile e gli 8 bit dell'indice sono stati inseriti per aumentare la sicurezza dell'accoppiata trasmettitore/ricevitore. In pratica il trasmettitore in maniera casuale, sfruttando il TMR0 genera un numero da 1 a 64 che viene chiamato indice codice variabile. Tale indice va leggere una tabella che contiene 64 codici variabili diversi. In fase di trasmissione sia l'indice che il codice corrispondente trovano posto nella stringa trasmessa e il compito del ricevitore è quello di confrontare il codice variabile ricevuto con quello presente nella sua tabella, identica a quella del trasmettitore utilizzando come indice proprio quello trasmesso nel protocollo.
Il tempo medio per la trasmissione di una stringa completa è di circa 42 ms.
Per comodità la parte di codice che contiene la ricezione del pacchetto, è stata inserita in un file a parte con il nome di Rx.inc, mentre quella del trasmettitore si trova alla subroutine _Tx. In questo modo risulta utile e comodo riutilizzare le routine anche in programmi personali e risulta più facile modificare il protocollo.
Inizialmente avevo pensato di utilizzare una semplice trasmissione seriale del tipo usato dal RS232 del PC, ma ricerche relative ad un precedente progetto mi avevano portato alla conoscenza della codifica di tipo KEELOQ della Microchip. Il protocollo hardware utilizzato è molto intelligente perché permette la sincronizzazione non più unicamente dal bit di start ma su ogni singolo bit. Questo vuol dire che non è più necessario contare sulla precisione del clock del micro, ma è sufficiente che trasmettitore e ricevitore abbiano una frequenza di clock simile. Ogni singolo bit nel sistema KEELOQ è diviso in tre parti di 400 microsecondi ciascuno (figura 5), il primo sempre alto (1 logico), la parte centrale è posto a livello alto se il bit vale 0, oppure a 0 se il bit vale 1, la terza parte sempre a 0 in modo da preparare il sincronismo al bit successivo.
figura 5 protocolloKEELOQ | figura 6 protocollo in uso |
Il protocollo adottato nel progetto è leggermente modificato dallo standard KEELOQ permettendo un leggero aumento della velocità di trasmissione (figura 6). Anche nel nostro caso la prima parte del bit è sempre alta (1 logico), la seconda è alta se viene trasmesso un 1 logico mentre è bassa se viene trasmesso lo 0 logico. La terza parte esiste solo nel caso del 1 logico ed è posta a 0, mentre nel caso il bit valga 0, non esiste la terza parte. In questo modo viene garantito il sincronismo su ogni singolo bit, diminuendo il tempo di trasmissione/ricezione del pacchetto.
MONTAGGIO Tx 1 |
Il montaggio del circuito non presenta particolari
difficoltà ma vi consiglio comunque la costruzione del circuito
stampato proposto in figura 2, peraltro scaricabile
gratuitamente dal sito della rivista. Inoltre è previsto il
montaggio in un contenitore estremamente economico.
Una volta in possesso del circuito stampato, montare i
pochi componenti richiede pochissimo tempo. Se volete, potete
usare lo zoccolo per il microcontrollore. Particolare cura deve
essere posta nel montaggio dei pulsantini. I primi 8 vanno
montati dal lato rame, mentre il nono, quello necessario allinserimento
dellindirizzo, dal lato componenti. I pulsanti indicati
presentano unaltezza totale, piolino e corpo, di 7 mm
quanto basta a sfiorare la superficie esterna del contenitore una
volta che il tutto sarà assemblato. Anche la saldatura dei
pulsanti da 1 a 8 va eseguita con molta cura dal lato rame. Mi
raccomando la saldatura di tutti i pins di ogni singolo pulsante,
dato che viene sfruttato il loro collegamento interno. Se ve ne
dimenticate qualcuna, il circuito non può funzionare. Le figure
7,8 e 9 chiariscono ogni dubbio.
Per quanto riguarda le batterie, dalle prove effettuate
e da esperienze passate, possono essere semplicemente saldate
direttamente allo stampato con dei piccoli spezzoncini di rame
nudo, per esempio quello eccedente dalle resistenze. L'unica
accortezza necessaria e quella di non riscaldare eccessivamente
le batterie durante la saldatura. Nonostante la soluzione vi
sembri un po' rozza e poco pratica nel caso si renda necessaria
la sostituzione, vi posso assicurare che con un utilizzo
casalingo queste avranno una durata di diversi anni.
Personalmente nei miei prototipi ho usato le pile smesse dagli
MP3 dei miei figli e continuano a funzionare regolarmente da più
di un anno.
Non dimenticate di saldare uno spezzone di filo lungo 17
cm che funge da antenna sulla piazzola che trovate tra il PIC e
il modulino M1 (uscita antenna di M1). Ripiegatela su se
stessa appoggiandola allo stampato allaltezza della prima
fila di pulsanti. Questo accorgimento migliorerà le prestazioni
riguardanti la distanza operativa.
È stato previsto lalloggiamento in un contenitore
di tipo SC-700 di colore nero e dalle dimissioni di 90 x 56 x 22.
La scelta di tale contenitore è dettata da una diffusione
pressoché totale dellarticolo, si trova in qualsiasi
negozio di elettronica e in tutte le fiere del settore e, fatto
positivo, dal costo contenuto.
Come prima operazione vi consiglio di stampare in doppia
copia la mascherina proposta in figura 4, eventualmente
dopo che ognuno ha avuto modo di personalizzarla secondo le
proprie esigenze o gusti. Come supporto potete usare delle
etichette autoadesive di grandi dimensioni oppure, se volete
ottenere un risultato esteticamente migliore e duraturo, della
carta adesiva per uso fotografico. Quest'ultima si trova tutti i
centri commerciali ad un costo non propriamente economico, ma il
risultato finale è decisamente migliore.
La prima copia autoadesiva della mascherina va attaccata
con cura al coperchio del contenitore, vi servirà da dima per la
foratura. Per il foro del LED è sufficiente una punta da 3 mm,
mentre per i pulsanti è necessario un foro dal diametro di 6-7
mm. A questo punto sbavate i fori con una punta più grossa, 10
mm va benissimo, facendo molta attenzione perché la plastica del
contenitore è molto morbida. L'operazione di sbavatura va fatta
a mano e senza premere molto la punta sulla plastica, altrimenti
correte il rischio di trovarvi con un foro ben più grosso di
quello prospettato. Sostituite l'adesivo ormai rovinato dal
trapano con il secondo avendo l'accortezza di forarlo solo dove
uscirà il LED, i pulsanti verranno azionati da sopra l'adesivo,
come avviene nei modelli commerciali. Montate il tutto e, se non
avete ancora fatto, inserite il PIC nel proprio zoccolo, dopo
averlo programmato con il file 8CH_Tx.HEX
che potete scaricare dal sito della rivista.
Controllate che la parte superiore dei pulsanti sfiori
la parte adesiva del coperchio senza toccarla o in maniera lieve.
Se tutto è a posto, premendo qualsiasi pulsante da 1 a 8 deve
lampeggiare il LED verde, mentre il nono pulsante (SET),
accessibile solo dallinterno del contenitore, accende il
LED rosso.
Due gocce di colla a caldo sono necessarie per bloccare
il CS al contenitore e permettere a tutti i pulsanti di essere
premuti.
PROGRAMMAZIONE Tx 1 |
Come accennato nei capitoli
precedenti, nel protocollo sono presenti 16 bit che rappresentano
l'indirizzo univoco di ciascun trasmettitore.
Avrete certamente notato la
mancanza del dip switch, generalmente presente nei radiocomandi,
necessario all'impostazione del codice. Nella nostra applicazione
utilizziamo semplicemente il pulsante P1 (canale 1) per impostare
lo 0 logico, e il pulsante P4 (canale 4) per 1 logico. La stringa
di 16 bit da inserire nella radiocomando viene letta da sinistra
verso destra, cioè il primo pulsante premuto programma il 16°
bit della stringa, mentre alla sedicesima pressione viene
programmato il bit 0. Per esempio se desiderate inserire il
seguente indirizzo
[1110100100011011]
leggendo la stringa da
sinistra verso destra dobbiamo premere la seguente sequenza di
pulsanti
[P4-P4-P4-P1-P4-P1-P1-P4-P1-P1-P1-P4-P4-P1-P4-P4]
naturalmente durante la fase
di programmazione.
Per accedere alla fase di
programmazione dell'indirizzo, è sufficiente premere il pulsante
P9 (SET) e tenerlo premuto finché il LED rosso passi da una
condizione di luce fissa a lampeggiante (circa 3 sec). Avete a
disposizione una decina di secondi per premere uno dei due
pulsanti riservati alla programmazione. Permette, anche a caso,
il pulsante del canale 1 e quello del canale 4 nella maniera che
più vi aggrada, per un totale di 16 azionamenti. Lo spegnimento
del LED rosso, indica la fine della fase di programmazione. Il
codice inserito viene memorizzato nella EEPROM del PIC in maniera
permanente. Nel caso lasciaste passare più di dieci secondi tra
la pressione di un pulsante e all'altro, il microcontrollore
riconosce la situazione di time-out ed esce dalla fase di
programmazione, conserva il vecchio indirizzo e si pone nella
condizione di SLEEP.
SCHEMA ELETTRICO Tx 2 |
|
Proseguiamo in maniera
spedita alla descrizione del secondo trasmettitore. A questo
punto possiamo omettere la questione protocollo perché identico
alla versione precedentemente descritta. Anche il modulino RF è
lo stesso, mentre il PIC, pur restando nella stessa famiglia, è
un modello a otto piedini. Il PIC 12F675 non è altro che la
versione usata nel Tx 1 con un numero di pins ridotto ma
sufficiente alla gestione del trasmettitore. Anche le periferiche
sono le stesse.
Dallo schema elettrico di figura
10 notiamo la presenza di due diodi (vedi D2 e D4), con il
compito di alimentare lintero circuito alla pressione di
uno dei due pulsanti, mentre la presenza del ponticello J1,
assicura lalimentazione durante lintera fase di
programmazione dellindirizzo. Si è resa necessaria una
soluzione di questo tipo a causa del tipo di alimentazione, una
micro pila da 12V, che il contenitore ci obbliga ad usare.
Considerata la presenza di un regolatore di tensione che deve
ridurre da 12 a 5 Volt lalimentazione e consumando circa 3
mA il solo regolatore (uno zener richiede più corrente), la
micro pila sarebbe durata pochissimo. Con la soluzione adottata,
lintero trasmettitore viene regolarmente alimentato solo
premendo uno dei due pulsanti o inserendo il ponticello J1. I due
diodi D1 e D3 hanno lo scopo di fare capire al PIC quale dei due
pulsanti è stato premuto.
Come descritto allinizio
dellarticolo, il pulsante P1 ha lo scopo di selezionare il
canale da attivare (o disattivare), per la verifica ci serviamo
di tre LED come monitor di selezione. Il sistema usato per
ridurre al minimo il numero dei componenti impiegati, è quello
del peso binario. In pratica ogni LED assume un valore (peso) e
la somma dei LED accesi determina il numero del canale
selezionato. In particolare il LED rosso (DL1) vale 1, mentre il
verde (DL2) vale 2 e quello giallo (DL3) vale 4. Quando tutti i
LED sono spenti il valore totale sarà 0 il che significa canale
1 selezionato, con tutti i LED accesi il valore binario sarà 7
cioè canale 8 selezionato. Facciamo un esempio pratico, premiamo
P1 fino ad accendere il LED DL2 e DL3. DL2 vale 2 mentre DL3 vale
4, la somma è 6 e il canale coinvolto sarà il 7 (attenzione
nella numerazione binaria lo 0 è significativo).
Ad ogni pressione del P1, il
valore binario viene incrementato di una unità fino ad accendere
tutti i LED indicando il valore binario 7 (canale 8). Alla
pressione successiva di P1 il contatore interno al PIC ritorna a
0 e i LED restano spenti, e così via in un loop continuo.
Il pulsante P2 semplicemente
invia la stringa al ricevitore ripetendola ogni 100 ms.
Da notare che anche in questo
caso i LED visualizzano il canale selezionato con il metodo
appena visto, unica differenza il LED rosso (DL1) che lampeggia
con la cadenza della stringa trasmessa. E un difetto
dovuto al numero limitato di piedini del PIC.
Terminiamo lanalisi dello schema elettrico con il regolatore U2 il cui compito è quello di ridurre la tensione da 12 V della micro pila a 5 V, ideale per alimentare correttamente il PIC e il modulino trasmettitore. Importante il collegamento del terminale 2 che generalmente va collegato direttamente a massa, in questo caso il collegamento a massa avviene solo in presenza del ponticello J1 o in conseguenza della pressione di P1 o P2.
MONTAGGIO Tx 2 |
La presenza di un contenitore
commerciale richiede la preparazione dello stampato con la
disposizione dei componenti piuttosto rigida. I pulsanti in
particolare devono trovarsi in una ben determinata posizione,
altrimenti non verranno azionati. Una zona dello stampato, appena
sotto i LED, va lasciata libera permettendo lappoggio del
supporto mobile che andrà ad azionare i pulsanti. Tenete
presente che alcuni componenti come il condensatore C2 possono
avere dimensioni tali da impedire la chiusura del coperchio. Per
questi motivi vi invito alla costruzione dello stampato sul
disegno proposto in figura 11.
Una volta in possesso del CS
inciso e forato, vi consiglio di iniziare il montaggio dai diodi
e resistenze. Con i terminali in eccesso delle resistenze,
costruite i tre ponticelli e saldateli nella posizione indicata
dal piano pratico di figura 12. Uno di questi è posto
proprio sotto il P2, va assolutamente fatto prima di saldare il
pulsante. Proseguite con i pulsanti, il ponticello J1, i
condensatori e il regolatore. Questultimo va adagiato sulla
superficie del CS prima della saldatura, regolatevi come da figura
14. Il C2 se non lo trovate di piccole dimensioni
(personalmente ho usato un modello al tantaglio), potete
sostituirlo con un modello ceramico o multistrato da 100 nF. Lo
zoccolo del micro deve essere a basso profilo. Nel caso non lo
troviate, il micro va saldato direttamente allo stampato dopo
averlo programmato.
Il programma da caricare in
questa versione è Tx_8canali_V1_3.hex.
Al contrario del modello precedente e del ricevitore, questa
versione è programmata con il MikroC di Mikroelektronika.
Essendo il programma di poco
superiore ai 500 Byte, potete tranquillamente modificarlo e
compilarlo anche con la versione fornita gratuitamente.
Il modulo trasmettitore va
montato dal lato rame con i componenti in bella vista (figura
13). I terminali vanno ripiegati molto corti e la parte piana
del modulo deve sfiorare il rame del CS. Purtroppo questa è lunica
posizione per farci stare il modulo RF allinterno del
contenitore proposto.
Dal lato rame trova posto
anche la resistenza R1 versione SMD. Non sono riuscito a fare
diversamente se non disegnando un CS doppia faccia, la cosa non
mi era simpatica. Comunque il valore non è impegnativo, da 10 a
47 K? sono valori accettabili. Lunico scopo di tale
componente è la forzatura al positivo del piedino 4 (GPIO 3),
unico ingresso del PIC al quale non sia collegata internamente la
resistenza di Pull-up.
Le due pagliuzze di rame che
formano i contatti per la batteria, vengono fornite a corredo del
contenitore.
PROGRAMMAZIONE E USO Tx 2 |
La fase di programmazione
risulta essere molto semplice. Dopo avere inserito il jumper J1,
il LED verde (DL2) lampeggia con cadenza di un secondo
confermando la fase di programmazione. Premendo P1 si accende il
LED rosso (LD1) per tutto il tempo in cui resta premuto il
pulsante e viene assegnato uno 0, mentre premendo P2
si accende il LED giallo (DL3) e viene assegnato un 1.
Per primo viene programmato il bit 15 (MSB) per ultimo il bit 0
(LSB). Una volta programmati tutti i 16 bit, lindirizzo
viene salvato nella memoria EEPROM del PIC e il LED verde
lampeggia velocemente indicando la fine della fase di
programmazione. Tolto il ponticello, il nostro trasmettitore è
pronto al funzionamento.
Il pulsante P2 ha il compito
di inviare la stringa contenente il canale da
attivare/disattivare, che è sempre lultimo selezionato da
P1 e salvato in memoria.
Nel caso sia necessario
gestire un canale diverso da quello in memoria, prima deve essere
selezionato da P1 e visualizzato dai tre LED presenti nel
trasmettitore con la modalità descritta nella parte riguardante
lo schema elettrico.
Al fine di dissipare ogni
dubbio, procediamo con un esempio pratico. Immaginiamo di dovere
controllare il canale 3 del ricevitore, premendo P1, incrementa
in sequenza il valore binario visualizzato dai tre LED. Ci
dobbiamo fermare quando resta acceso solo il LED verde (DL2) il
quale indica la selezione del canale 3 e il relativo salvataggio
in memoria. Premendo P2, la stringa viene inviata al ricevitore
con il compito di controllare il canale 3. Se non viene
effettuata una nuova selezione, ogni volta che premiamo P2, siamo
in grado di controllare unicamente lo stesso canale.
Non mancate di leggere
l'articolo riguardante il ricevitore, perché offre molti spunti
per le vostre applicazioni future, come la possibilità di
utilizzare la stessa porta del micro come uscita pilotando dei
relè e nello stesso tempo come ingresso testando lo stato di un
dip switch.
Puoi scaricare il pacchetto completo dal sito di Fare Elettronica
Il pacchetto non è più raggiungibile dal sito della rivista: scaricalo QUI (Tx1 in assembler).
Il pacchetto non è più raggiungibile dal sito della rivista: scaricalo QUI (Tx2 in MikroC).